Ragazza Afgana - Steve McCurry Steve McCurry scattò questa fotografia nel 1984. Inviato da National Geographic in Pakistan per documentare la situazione dei profughi afgani, incontrò questa giovane ragazza in una scuola all'interno del campo e la fotografò. L'immagine comparve sulla copertina del numero del giugno 1985 della famosa rivista, diventando una delle sue immagini più riconosciute, oltre che il simbolo del conflitto che dilaniava l'Afghanistan. Nel gennaio del 2002, McCurry, accompagnato da un team messogli a disposizione da National Geographic, si mise alla ricerca della ragazza da lui ritratta ormai diciotto anni prima e la ritrovò ai confini dell'Afganistan. Sharbat Gula, questo è il suo nome, rimasto sconosciuto fino ad allora, era sposata e con figli e portava sul suo viso i segni di tutta la guerra e la sofferenza in cui era stata immersa fin da bambina. «Ero contento che fosse viva - ha dichiarato il fotografo in un'intervista rilasciata a Televisionet.tv - volevamo ripagarla per tutte quelle volte in cui avevamo pubblicato la sua immagine». Il bacio a Times Square - Alfred Eisenstaedt Conosciuta sotto vari titoli, tra cui V-J Day in Times Square, è una delle immagini più note del periodo della Seconda Guerra Mondiale. Alfred Eisenstaedt la scattò il 15 agosto 1945 a Times Square, durante le celebrazioni per la resa del Giappone. Per decenni la coppia protagonista dello scatto è rimasta ignota ed è stato solo nel 2007, dodici anni dopo la morte dello stesso Eisenstaedt, che la specialista di arte forense Lois Gibson identificò il marinaio e l'infermiera al centro dell'immagine: erano Glen McDiffie ed Edith Shain. Quando, quel giorno di agosto, Glen uscì dalla metro, una ragazza lo fermò dicendogli che la guerra era finita. Il marinaio, preso dall'euforia, corse in strada, vide Edith e la baciò. I due non si scambiarono nemmeno una parola, ma questa immagine carica di gioia, senso di liberazione e fiducia nel futuro fu subito accolta dal Life Magazine come icona della speranza di una nuova vita. Lunch atop a Skyscraper - Charles Clyde Ebbets Nel 1932 Charles C. Ebbets scattò questa fotografia a undici operai, durante la costruzione di uno dei grattacieli del Rockfeller Center. Diverse voci girano attorno a questa foto. La prima sostiene che Ebbets non sia il vero autore di questa foto, scattata invece da un altro dei professionisti chiamati dal Rockfeller Center, tanto che lo stesso archivio Bettmann/Corbis, detentore dei diritti sulla fotografia, non ha mai riconosciuto la paternità di Ebbets. Si pensa anche che lo scatto non rappresenti una situazione autentica, ma sia stata una "trovata pubblicitaria", commissionata proprio dal Rockfeller Center, per promuovere il nuovo grattacielo in un momento di difficoltà e sfiducia come quello in cui era immersa New York in quelli che erano gli anni della Grande Depressione. Abbey Road - Ian McMillan Utilizzata per la realizzazione dell'omonimo album, questa è sicuramente uno dei ritratti più famosi dei Beatles. Nata da un'idea di Paul McCartney, l'immagine fu realizzata nel 1969 da Ian McMillan, amico di John Lennon e Yoko Ono. Sistemato in cima a una scala, in mezzo alla strada, McMillan scattò sei fotografie, tra cui si scelse questa perché era l'unica in cui i quattro musicisti camminavano "a tempo". La direzione in cui i Beatles procedevano, inoltre, era significativa vista la fase della loro carriera, perché, provenendo da sinistra, era come se stessero uscendo dagli studi della EMI, in cui avevano registrato per tutta la durata del loro sodalizio. Secondo i sostenitori della leggenda della morte di Paul McCarthy, poi, ci sarebbero diversi elementi all'interno della foto che alluderebbero proprio al decesso del bassista del gruppo londinese e alla sua sostituzione con un sosia (rimando i più curiosi alla pagina di Wikipedia sull'album Abbey Road). Falcone e Borsellino - Tony Gentile Forse non è una delle fotografie più famose del mondo, ma sarà sicuramente nota a tutti gli italiani che abbiano letto un giornale o un notiziario online in estate, quando si ricordano le stragi di Capaci (23 maggio 1992) e di via d'Amelio (19 luglio 1992), in cui persero la vita i due magistrati antimafia con le rispettive scorte. La stessa immagine è stata scattata nel 1992, più precisamente il 27 marzo, due mesi prima dell'attentato a Giovanni Falcone, ma fu resa pubblica solo nel luglio dello stesso anno, dopo la morte di Paolo Borsellino. I due colleghi e amici si trovavano riuniti in occasione della presentazione della candidatura alla Camera dei Deputati di un loro collega, Giuseppe Ayala; sono seduti vicini e si parlano a bassa voce, quando uno dei due fa una battuta, facendo nascere il sorriso anche sul volto dell'altro. Ed è in quel momento che Gentile fa scattare l'otturatore della sua macchina fotografica, immortalando un momento che non sarà di lotta sul campo, ma resterà il simbolo dell'eterna amicizia e condivisione di due figure che saranno annoverate tra gli eroi della lotta alla mafia. Il giorno dopo l'evento, come accennavo sopra, l'immagine è scartata e non viene pubblicata dal Giornale di Sicilia, testata per cui Gentile lavorava, ma verrà recuperata proprio dopo la scomparsa dei magistrati. È questo proprio uno di quei casi in cui le tempistiche di pubblicazione determinano il successo di un'opera: se lo scatto fosse stato mandato in stampa il giorno dopo quel 27 marzo, infatti, probabilmente non sarebbe mai stata circondata di quell'aura simbolica e carica di significato con cui la vediamo oggi. Ti è rimasta qualche curiosità? Dai uno sguardo ai link qui sotto:
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Silvia MazzuccoStudentessa di Lettere Moderne e fotografa per passione. Archives
May 2019
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