Con #Piemontedafotografare scoprirai qualcosa in più sulla Regione in cui vivo e la vedrai attraverso i miei scatti. Se sono riuscita a interessarti, considera l'idea di venire a fare un giro per conoscere con i tuoi occhi la bellezza che mi circonda! Chi a vëd Turin e nen la Venaria, a vëd la màre e nen la fija Chi vede Torino e non la Venaria, vede la madre e non la figlia A passarci per caso, senza sapere dove andare, che cosa cercare o qualcosa sulla sua storia, Venaria sembre una cittadina come tutte quelle altre che circondano Torino. Ma Venaria è un posto ricco di storia e lo capisci quando, camminando per via Mensa, vedi in lontananza un palazzo: non una di quelle residenze nobiliari qualsiasi, ma una vera e propria reggia, la Reggia di Venaria Reale. Se decidessi mai di spendere un po’ di tempo girando per il Palazzo e per i suoi giardini, ti accorgeresti di aver fatto un investimento proficuo. Entrando in quelle stanze, con i soffitti alti e decorati, enormi quadri alle pareti e pavimenti lucidi che sembrano fatti apposta per essere accarezzati dalla luce del sole, ti sembrerebbe di sentire il rumore dei passi di coloro che le abitavano e le loro voci e, quasi, la loro presenza. Uscendo nel parco, soprattutto in primavera, ti parrebbe che il tempo non fosse mai passato: ti guarderesti intorno attraversando l’Allea Centrale per arrivare fino al Tempio di Diana e la vedresti affollata di turisti, tutti, un po’ come te, meravigliati e insieme intimoriti da un’invasione di sensazioni che solo un luogo come la Venaria sa offrire. Così anche per te sarebbe come essere, in un certo senso, ospite, assieme a tutti gli altri, di quei signori di cui poco fa ti sembrava di udire i passi, le voci e la presenza: un convitato gradito e atteso, uno di quelli a cui si dice: «Fa’ come se fossi a casa tua». Ed è così che avviene la magia: per un giorno ti sentiresti anche tu il signore della Reggia. Un po' di storia... La storia della Venaria Reale inizia nel 1658, con l'avvio dei lavori di realizzazione della Reggia, guidati dall'architetto Amedeo di Castellamonte e protrattisi fino al 1679. Il nome Venaria rimanda chiaramente all'utilità principale dell'edificio, voluto fortemente da Carlo Emanuele II di Savoia (1634-1675) come base per le proprie battute di caccia, tanto che la scelta stessa del sito è stata effettuata tenendo bene a mente questa finalità. Nel 1693 la Reggia viene devastata dalle truppe francesi e Vittorio Amedeo II ne commissiona un restauro, la cui direzione è affidata a Michelangelo Garove. Un ulteriore rifacimento si rende necessario dopo l'Assedio di Torino del 1706, quando la Venaria diventa addirittura dimora dei francesi. Alla morte del Garove (1713) i lavori passano sotto la responsabilità di Filippo Juvarra, divenuto architetto di fiducia di Vittorio Amedeo II e già impegnato nella macchina del Castello di Rivoli. Nel 1724 Juvarra progetta le grandi scuderie della Mandria e nel '28 ultima la cappella di Sant'Uberto e la Grande Galleria per poi dedicarsi, dal 1729, a un'altra celebre residenza sabauda: la Palazzina di Caccia di Stupinigi. La Reggia subisce ulteriori trasformazioni in epoca napoleonica quando, in particolare, i giardini sono rasi al suolo per ricavare una piazza d'armi e la struttura diventa una vera e propria caserma. Da questo punto in avanti, fino al 1978, la Reggia è usata per fini militari e ciò la espone a un continuo degrado. É proprio nel '78 che la Venaria diventa oggetto di un imponente restauro, grazie anche all'opera di sensibilizzazione del critico d'arte Federico Zeri (1921-1998). A partire dal 1998 e per dieci anni la Reggia è sottoposta a un'imponente opera di ripristino e nel 2007 è finalmente pronta ad aprire i suoi cancelli ai visitatori. Si è ancora lavorato per qualche anno alla residenza per riportare alla luce tutti gli altri spazi non ancora oggetto di restauro e nel 2011, in coincidenza con i festeggiamenti del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, il complesso è stato completato. La Venaria è diventata un esempio a livello internazionale grazie all'attenzione e alla buona gestione durante tutta la fase del rifacimento e, anche per questo, ospita tutt'oggi, nell'area delle ex-Scuderie, uno dei più famosi centri di restauro e conservazione delle opere d'arte.
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Silvia MazzuccoStudentessa di Lettere Moderne e fotografa per passione. Archives
May 2019
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